LE CORALI DELLA PALESTINA A TAYBEH
Taybeh ospita il convegno dei cori parrocchiali provenienti da tutta la Palestina, da Ramallah, da Betlemme, Gerusalemme e da altri villaggi minori. Un’intera giornata dedicata al canto e ai cantori, con lezione formativa e celebrazione eucaristica al mattino, e nel pomeriggio le esibizioni e le premiazioni dei vari cori. Coro e canto sono intimamente legati alla liturgia cristiana: esprimono la natura essenzialmente gioiosa che deve caratterizzare ogni celebrazione. "Stamattina nella lezione che ho dato a loro ho parlato del senso della liturgia, ho spiegato che la liturgia è un’azione dove Cristo è il protagonista principale. Con la sua presenza lui è il nostro capo e prega con noi, è il nostro mediatore e prega per noi, è il nostro Dio che ascolta ed esaudisce le nostre preghiere. Dunque la liturgia è la salvezza in atto, e quando la liturgia è ben preparata, le letture sono ben proclamate, ben spiegate con un’omelia appropriata, e con canti che riflettono il senso delle letture, la liturgia diventa veramente una vera celebrazione e una vera festa" (Monsignor William Shomali).
Alla catechesi sul valore del canto sacro è seguita l’Eucaristia, dove le parole del vescovo hanno subito trovato applicazione pratica: la gioiosità della celebrazione è stata bene espressa dal coro di Taybeh, formato da voci maschili e femminili. Ragazzi e adulti ne fanno parte, a dimostrazione dell’interesse che riscuote tra la popolazione, nonostante l’assiduo impegno richiesto. "Noi del coro di Taybeh ogni giorno facciamo una prova di due ore, e quando ci sono circostanze particolari prove più intense. Il coro è formato da circa 30 membri, ed ha avuto la fortuna di partecipare alla canonizzazione in Vaticano di Maria Alfonsin. Ha preso parte anche alla visita del Papa a Betlemme e in Terra Santa, e prima ancora alla beatificazione di Maria Alfonsin. Ci sono stati altri importanti eventi a cui abbiamo partecipato. Credo che il coro di Taybeh abbia ormai un'importanza storica, e trova il suo specifico ruolo nel dare solennità alle messe; naturalmente cantiamo nelle messe qui a Taybeh, per le feste e in alcune serate per Natale e Pasqua. Cantiamo insieme con gioia e la partecipazione al coro è per noi un arricchimento" (Suor Leonie Salem, direttrice del coro parrocchiale di Taybeh).
Pranzo insieme nelle sale dell’oratorio, e poi ultimi preparativi per il momento clou della giornata, e cioè l’esibizione di ogni coro con un inno tratto dal nuovo libro dei canti, che oggi viene presentato in questo magnifico contesto. L’attesa è stata lunga perché ogni coro, con l’aiuto di padre Ibrahim Nino, ha voluto provare nuovamente il proprio pezzo per dare il meglio di sé nel concerto imminente. Ben undici corali si sono esibite, cantando con l’emozione delle grandi occasioni e con il coinvolgimento derivante dall’alto significato spirituale dei testi. Ad ogni esibizione è seguita la valutazione di tre giudici d’eccezione, il vescovo William Shomali, suor Lucy Jadallah, direttrice della scuola delle Suore del Rosario a Beit Hanina, e Hanya Sudah Sabbara, membro del comitato liturgico che ha selezionato i canti per il nuovo libro. La tensione del debutto è stata compensata da un pubblico entusiasta e da un clima di festa. "Non si è trattato soltanto di una competizione ma soprattutto di un’occasione per tutti i cori di incontrarsi, di imparare gli uni dagli altri, e di ascoltare i nuovi inni aggiunti nel nuovo libro. Personalmente, mi sento privilegiata di essere membro del Consiglio per la liturgia che ha lavorato sul libro degli inni, ed è stata per me una grande gioia vedere tutti questi cori riuniti, alcuni dei quali non hanno musicisti che li possano aiutare: hanno dimostrato impegno nell’imparare inni qualche volta complessi, ed è stato molto coraggioso da parte loro esibirsi e cantare le nuove canzoni; di questo sono molto contenta" (Hanya Sudah Sabbara, Comitato Liturgico).
Colpisce vedere la numerosa ed entusiasta partecipazione dei più giovani, che prendono parte volentieri a questa occasione di ritrovo e condivisione, e che, soprattutto, sanno integrare festa e preghiera in una felice sintesi: "Mi chiamo Hanen Rayyan della parrocchia di Ramallah, Santa Famiglia. Siamo qui per unire insieme tutte le canzoni religiose e tutti i cori della Palestina. A me piace tanto cantare: sento che mi da una pace interiore, mi rende serena. Quando cantiamo e quando ascoltiamo gli altri cantare nasce in cuore un sentimento molto intenso" (Hanen Rayyan, coro di Ramallah).
"Ciao, mi chiamo Pamela Adawar della parrocchia Santa Famiglia a Ramallah, vengo qui al convegno dei cori perché incontriamo tutta la Cisgiordania, formiamo un unico amore, un unico spirito, e così glorifichiamo il nome di Dio sapendo che chi canta prega due volte. Grazie" (Pamela Adawar, coro di Ramallah).
Qui in Palestina il canto è soprattutto sacro, ed è radicato nella tradizione e nella formazione alla fede ancora oggi: "Mi chiamo Jena. Vengo dal villaggio di Jefna. Nel nostro villaggio siamo come una famiglia, andiamo in chiesa ogni domenica e preghiamo. Naturalmente facciamo tutti parte del coro, io da 5 anni, e altri da 30. Siamo persone semplici e per questo ci piace pregare e cantare. Con noi ci sono alcuni che fanno parte da tanti anni del coro. Il canto corale è una tradizione radicata nel nostro paese, in particolare in occasione delle feste, e penso che questo sia anche un'espressione della nostra cultura. Ci piace cantare per dare espressione ai nostri sentimenti. Abbiamo canti molto antichi, conosciuti da lungo tempo, da quando eravamo ancora piccoli. Il coro gioca un ruolo considerevole nella chiesa e incoraggia bambini e ragazzi a cantare, cioè a compiere sforzi positivi per pregare ed esprimere il proprio amore verso Dio" (Jena, coro di Jefna).
Il convegno delle corali sta per chiudersi, è insieme alla nostalgia, ci sono i nuovi progetti, l’aspirazione ad un coro che dia maggiore espressione alla terra palestinese. "Speriamo di poter replicare spesso questo evento, idealmente una volta all’anno. Possiamo così conoscerci meglio gli uni gli altri, e arrivare a formare un unico coro che possa rappresentare la Palestina ovunque nel mondo" (Najib Khoury, coro di Taybeh).
Con questo bell’augurio si conclude la giornata dei cori della Palestina, con un arrivederci al prossimo incontro, con nuovi canti e, perché no, nuovi cori.