PRIMI DIPLOMI PER L'EFFETA
L’Intercontinental, l’hotel più rinomato di Betlemme, è il luogo prescelto per la cerimonia di consegna dei diplomi di maturità a sette allievi audiolesi dell’Istituto Effeta. È un fatto straordinario quello che si celebra oggi perché sono i primi studenti dell’Istituto a conseguire la maturità. Un lungo percorso, una conquista immensa per gli insegnanti e per loro.
L’opera Effeta è animata dalle suore Dorotee di Vicenza, che posseggono nel carisma della loro fondazione quello dell’educazione dei sordomuti. Loro sostengono i bambini nella crescita umana e scolastica. Una missione tutt’altro che facile, impegnativa per chi insegna e per chi apprende. A questo scopo, fin dalla tenera età e all’interno dell’istituto, i ragazzi compivano i normali cicli scolastici. Ma è soltanto da due anni che, dopo un ampliamento del fabbricato, sono state aggiunte le due ultime classi per facilitare il loro inserimento nel mondo del lavoro o il passaggio all’università.
“È un giorno molto importante per noi, perché questo gruppo di audiolesi ha studiato nella nostra scuola per sedici anni. Oggi i nostri allievi coronano il loro cammino con il conseguimento del diploma di maturità. É la prima volta per il nostro Istituto che degli studenti arrivano a questo grado. Questi ragazzi sono riusciti a farcela, la sordità non può costituire un ostacolo per il loro futuro”. Così Suor Rania Koury, superiora delle suore Dorotee, esprime il suo orgoglio per questi ragazzi.
Sono presenti alla cerimonia anche le autorità religiose e civili, dal Patriarca Fouad Twal al sindaco e al governatore di Betlemme. I discorsi di occasione si alternano a brani musicali, per un’ora di rievocazione e di reciproca riconoscenza per il cammino compiuto.
L’Istituto Effeta è stato un dono fatto da Papa Paolo VI al termine del suo pellegrinaggio in Terra Santa nel 1964. Il nome corrisponde alla parola aramaica pronunciata da Gesù nel guarire il sordomuto, miracolo riportato nel vangelo di Marco. Ed è in questa luce di fede verso i bambini sofferenti che il Papa ha voluto quest’opera per far sentire che l’amore di Gesù per loro continua. “Questo istituto è molto importante perché da cinquant’anni è il primo ed unico in Palestina ad occuparsi dell’istruzione dei sordomuti. È importante perché è il segno dell’amore del Papa e della Chiesa”. Sono queste le parole di Abuna Faisal Hijazen che sottolineano l’importanza di prendersi cura dei bisognosi e disabili.
Compiacimento e felicità traspaiono su ogni volto. C’è tanta riconoscenza gli uni verso gli altri perché la conquista è merito di ogni singolo e di tutta l’istituzione nel suo insieme. Oggi si ritrova il sorriso, oggi qualcosa di nuovo e positivo si compie.
a cura di Francesca Zampini